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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

La Sierra de Madrid

Sopravvivere distillando Alpe dalla Meseta

Metti che ti capiti di piombare su un altipiano semi-desertico a 800 metri di quota ad almeno 400 kilometri da qualsiasi influenza di correnti umide.
Metti che il luogo sia ameno: una capitale tra le piú vivaci del mondo, bella gente, buon vino, buona cucina. Beh, sei a Madrid, la capitale piú alta d'Europa.

Ti piace, ti trovi bene, ti passano tutte le allergie. Ben presto cominci a pranzare alle 2 e a cenare alle 10, a usare i passati remoti, anche in italiano. E a pensare che Cristoforo Colombo era di Valladolid e si chiamava Cristobál Colón.

Tutto bene insomma. Finché - forse tratto in inganno dal fatto che a 800 metri sulle Alpi sei praticamente in montagna - ti ricordi del tuo cuore thuler.

I pirenei sono a 600 kilometri da qui. Picos d'Europa (una specie di concentrato di Dolomiti, con sentieri che nemmeno in Valgrande) a 400.

Non resta che la Sierra de Madrid.

A meno di un'ora da casa si stende lei, la Sierra: letteralmente una sega che va da sud-ovest a nord-est. Con altezze anche considerabili, fin quasi a 2.500 metri. Solo che quando ci sei sopra guardi di qua e vedi un piano sconfinato e brullo. Per fortuna di lá è brullo e sconfinato.

Hai presente quando torni da una gita su qualche altura delle nostre montagne e racconti che si vedeva il Monviso che spuntava laggiú in basso a destra e le Grigne a sinistra. Appunto, tienilo presente perché qui nada de nada.

Ma se il tuo animo thuler scalpita, alla fine cedi al richiamo e ti inoltri alla scoperta di questo strana cicatrice che solca il semideserto iberico. Se poi il Dio dell'Alpe ti vuole un po' bene, ti puó regalare una compagnia di amici con il cuore zuppo del tuo stesso desiderio di bellezza e magari anche una magnifica giornata uggiosa.

Cosí potrai tornare a respirare - come in ridotto di clima insubre - l'umido di un cielo grigio, merce quasi introvabile da queste parti, che ti ricorderá la Valgrande o l'autunno attorno a i nostri laghi.
E il grigio del cielo si chiuderá dietro di te come un pietoso sipario nascondendoti l'infinito piano, ma permettendoti di vedere i bricchi arditi della Cuerda Larga, la cresta piú impegnativa verso cui si inerpicano tracce di sentieri dimenticati lí anni fa.

Se sarai attento a non turbare l'incanto, ti si avvicineranno branchi di decine di Cabras Montesas, un resistente incrocio tra una capra selvatica e un camoscio ormai sicura del rispetto dell'uomo.

Da ultimo potrai arrivare al culmine della Sierra, a cavallo della Cuerda Larga tra rocce, sfasciumi e lingue di ghiaccio e neve, sotto una pioggerella mista a neve che abbellirá la gioia della buona compagnia. Un té caldo e un sorso di vino prima di lanciarti nella discesa tra rovi e pinete sconosciute da tempo al passo dell'uomo.

Certo non sará l'abbondante bellezza cui le Alpi ti hanno abituato, ma ne sarai grato e riconoscente perché al tuo desiderio thuler il Signore delle Cime ha concesso di rimanere acceso. Distillando Alpe anche dalla Meseta.


Mangia, 25/02/2008