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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Il bivacco all'Alpe il Toso

Accade a volte di cercare un luogo remoto, un ricovero essenziale, che ci ripari dalla notte, facendoci pero' ascoltare i rumori della Natura.

Fu
I figlioletti di alcuni miei conoscenti, certe sere d'estate si fanno accompagnare dal papa' nella baita in un maggengo sui monti di Trontano, per fantasticare sul fieno che la loro nonna aveva approntato piu' di 50 anni fa.

I piu' grandi percorrono magari piu' di una passo di montagna per portarsi finalmente in un baitino abbandonato, o addirittura una piu' spartana balma, e sentirsi cosi' lontano da tutto, quasi proiettati in un mondo nuovo. Posti cosi' ve n'e' dappertutto, ma ognuno ne ha uno proprio nel cuore.

Sabato scorso, grazie ai suggerimenti dell'amica Valentina, ho scoperto con amici il Punto d'Appoggio Alpe il Toso, un bivacco approntato nel 1976 dal CAI di Varallo e dalla gente dell'abitato di Rassa, Val Sorba, una laterale della piu' estesa Val Sesia.

A differenza di tanti bivacchi che vengono oggi approntati sulle nostre Alpi, la baita dell'Alpe il Toso e' assolutamente originaria, in muratura senza intonaci, col tetto in piode direttamente sugli assi, senza coperture interne, nessun pannello solare a deturparne il profilo.

L'interno ben organizzato, con un angolo per il fuoco su cui cuocere, aspirazione d'antan, direttamente dalle piode, una stufa di ghisa molto efficiente, poche supellettili per preparare del cibo caldo; la legna bisogna raccoglierla al limitare del bosco. Fuori, una valle bellissima, ancora caricata da poco bestiame, che va inesorabilmente inselvatichendosi. Un sentiero ben tracciato porta a diversi Passi alpini, sia in Val Sesia, che nel Biellese o nella Valle di Gressoney, dopo lunghe escursioni.

Trascorsa una simpatica e allegra serata con gli amici, e alimentata la stufa ancora un po', e' arrivato finalmente il momento di isolarsi e farsi quasi accarezzare dagli innumerevoli spifferi portati da un vento teso. Il lontano rumore del torrente che scende dal fianco della valle, due allocchi che si sono cercati un bel po' nella notte, i rumori della notte interrotti ogni tanto dai compagni che dormivano. Bisogna proprio tornarci da soli!

Il giorno dopo un'anziana valligiana, che ora aiuta a portare avanti la locanda della figlia maggiore, vedendomi scendere con lo zaino pesante e i resti della bisboccia, mi ha rivolto un caldo sorriso e mi ha rivolto tante domande. Sopratutto si e' detta contenta che c'e' ancora dei "ragazzi che vanno sui nostri sentieri, e usano quel ricovero che abbiamo preparato tanti anni fa. Se non andasse su qualcuno ogni tanto, sarebbe un'altro alpe abbandonato. Torni ancora, e vada a vedere il bivacco all'Alpe Salei (in Val Gronda), dove ho ancora le baite".

E' sempre bello sentirsi ospitati con calore, e l'Alpe il Toso e' un'altro posto del cuore


antonio, 03/10/2004