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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Lecco - Forcellino - Resinelli

Ci sono eventi accaduti tanto tempo fa che segnano la vita di ognuno di noi: non ce ne rendiamo conto, ma un giorno, senza alcun apparente motivo, riaffiora il ricordo di quell'esperienza rispondendo ai tanti "perchè"

Località Quota Dislivello Tempo Parziale Tempo Totale
Rancio 370
Madonna del Carmine 742 372 0:50 0:50
S. Martino 767 25 0:40 1:30
Forcellino 1.287 520 1:30 3:00
Piani Resinelli 1.200 -87 0:30 3:30
I tempi sono indicativi e arrotondati in eccesso.

la montagna comincia dove la terra finisce
Paoletta la montagna comincia dove la terra finisce

Risposte


Era la fine degli anni '70, ero un bambino di cinque anni, quindi non ho dei ricordi molto chiari, ma successe una cosa che ora mi consente di dire:"Ecco perchè!".
Una domenica mio padre decise di portare tutti, mia mamma, mio fratello e me, a fare una passeggiata in montagna. Ci caricò sul mitico Fiat128 blu e partimmo per un viaggio che per me fu lunghissimo, per andare in capo al mondo. Arrivammo ai Piani dei Resinelli: ero felicissimo, quello era il posto più bello che potesse esistere per gli occhi di un bimbo. Poi iniziammo a camminare lungo un sentiero che ci doveva portare ad un belvedere: il "Forcellino". Fino ad allora era stato il giorno più bello della mia vita, ma una volta arrivati ad destinazione mi spaventai. Quando arrivai al belvedere vidi il vuoto: la montagna lì finiva ed iniziava ad andare giù fino al lago sottostante. Era un precipizio che per me era agghiacciante: mai e poi mai avrei potuto immaginare una cosa del genere. Mi aggrappai ad un masso lungo il sentiero e da lì non mi mossi. Mio padre e mio fratello più grande mi chiamarono, cercarono di convincermi ad avvicinarmi al parapetto per vedere meglio il panorama, ma la mia unica risposta fu:"No,non voglio!".

Il ricordo di quel giorno è per me molto confuso, troppo tempo è passato, ma dopo 25 anni, all'improvviso ricordo distintamente quelle rocce verticali, quelle pareti che per me furono spaventose e di cui ora sono innamorato. Ora non riesco a stare troppo a lungo lontano dalla roccia, sto bene solo se riesco a danzare su di essa a scalare quelle "spaventose" rocce e quando arrivo ad una sosta o alla fine di una via d'arrampicata mi volto verso il panorama e sorridendo, dentro di me dico: "No,non voglio!". Come ad emulare quei momenti tanto lontani nel tempo quanto vicini nell'animo.

L’itinerario:



Tra i diversi possibili itinerari per giungere a godere della vista di questo belvedere, uno dei più suggestivi (e – giustamente - faticosi) è quello che procede direttamente dal fondo, ovvero da Lecco, attraverso San Martino e il selvaggio ambiente della Val Verde.

Dalla piazza di Rancio (Lecco) si attraversa la frazione per giungere all’attacco del sentiero (una scalinata asfaltata nel tratto iniziale): sovrasta questa parte iniziale l’imponente parete del Corno Medale. Passate le case di Brogno e lasciato sulla destra il bivio per la ferrata al Medale (presso le reti parafrane) si guadagna quota in mezzo al bosco, fino alla Cappella della Madonna del Carmine, che domina con vista pregevole sulla città di Lecco.
Si prosegue sulla sinistra per una leggera salita al termine della quale, al bivio per il Corno Medale, si prende la discesa a sinistra raggiungendo in seguito l’ex convento di S.Martino, oggi Rifugio Piazza.

Procedendo oltre la chiesa verso Nord ben presto si entra nel selvaggio ambiente della Val Verde. La valle si presenta irta e strapiombante sullo scuro ramo del Lago di Lecco: qui il sentiero si fa più accidentato e presenta frequenti saliscendi. Un breve tratto attrezzato con catene risale rapidamente verso la Bocchetta del Portantino, incrociando il sentiero dei Tecett (n.54). Si procede sulla destra, risalendo un costolone erboso e raggiungendo il culmine della valle. Dopo aver raggiunto il culmine, una comoda carrareccia che si inoltra nel bosco porta ai Piani Resinelli, mentre un piccolo sentiero sulla sinistra porta in meno di cento metri al Forcellino. Qui la vista spazia su diversi ambienti così diversi e contrastanti tra loro: le rocce verticali del Cotiglione, il blu del lago, i monti del triangolo Lariano e il brulicare della Brianza all’orizzonte.

Il rientro può anche essere effettuato scendendo ai Piani Resinelli attraverso la menzionata carrareccia e dai piani scendendo a Laorca per la Val Caloden (sentiero n.2 dal rifugio SEL, di fronte all’ obbrobrioso “grattacielo” dei Resinelli).

Attrezzatura:

Abbigliamento di media montagna. Buone scarpe da tekking, per via del sentiero stretto e irto della Val Verde, a volte difficoltoso per la folta vegetazione.

Cartografia:

Kompass foglio 105, Multigraphic: Brianza-prealpi Lombarde

Note
Alcune spiegazioni sulle classificazioni e sui voti
Periodo
In che periodo è meglio andarci. ( L'iniziale della stagione: P, E, A, I )
Voto
È espresso in birre, da 1 a 5. Quante birre sareste disposti a pagare per andarci?
Difficoltà
La votazione è classificata con le seguenti voci: COMA, MOSCIO, BARZOTTO, DURO, CACIOPPO.
Con chiaro riferimento alle varie fasi della massima espressione di "valenza" dell'uomo!! E quindi anche dell'alpinista giovane dentro e brillante fuori, col ginger o il barbera nelle vene, a scelta.
Area Periodo Difficoltà Voto
Grigne
LC
P E A barzotto/duro

Pao73, 11/03/2003