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Dalla vita di un alpinista - Julius Kugy

Assolutamente cinque birre, un classico!!

Julius Kugy  - Julius Kugy - Dalla vita di un alpinista
Dalla vita di un alpinista
Julius Kugy
Edizioni LINT Trieste
Pagine320
Prezzo22.72 €
Voto*****
Ricordo ancor bene uno strano monumento in Val Trenta.

Erano i tempi della mia frettolosa giovinezza, quando passavo tra le meraviglie delle valli guardando soltanto alle vette. Solo quello contava del monte, la cima.
Quell'uomo di bronzo, invece, stava seduto in un prato. La strada gli faceva un tornante intorno e lo lasciava lì a pensare. Lui guardava le bianche pareti delle Alpi Giulie, non ci chiamava, ci lasciava andare con un tranquillo sorriso.

Quella era la statua di Julius Kugy, un alpinista. Uno dei grandi.

Val Trenta era Austria, quando c'era lui.
Era Yugoslavia, quando c'ero io.
E' Slovenia, ora.
Le cose degli uomini cambiano tanto più in fretta di quelle dei monti! Ma credo che quel monumento non sia caduto.
L'ho guardato con sufficienza allora, come spesso i giovani guardano i vecchi che salgono lenti il sentiero e restano indietro.
Sbagliavo.
Se leggerete il suo libro immortale, capirete che sbagliavo.

Io ho finito di leggerlo con la sensazione che, se l'avessi letto allora, la mia vita forse sarebbe cambiata. Avrei capito prima quanto possa dare la montagna, oltre ad una collezione di vette raggiunte. Quale grande maestra sia essere per chi vuol esserne allievo. Avrei cercato di meno e trovato di più.

Ma forse no, ognuno segue la traccia del suo destino e deve farlo con gioia e senza rimpianti.
Leggere "Dalla vita di un alpinista" oggi, quando sono ormai sulla vetta del modesto monte della mia vita, mi è stato ugualmente utile.
Non dimenticherò le sue pagine semplici ed appassionate, la sua grandezza e la sua modestia. Non svaniranno le immagini di monti e di uomini di cui ha saputo riconoscere e cantare la bellezza ed il valore, anche se non avevano nomi famosi.
Amerò un po' di più la montagna, anch'io che molto la amo. L'amerò un po' meglio. Kugy m'ha fatto capire che mai s'è capito abbastanza di lei.

Ma leggetelo questo libro, leggetelo, a tutti può dare molto, ad alcuni moltissimo. E siccome le mie parole mi sembrano inadeguate lascio parlare un po' lui.

"Una vita, che conta? La più grande vita di un alpinista non è altro che una breve sequela di memorie, di immagini e di episodi portati giù dai monti. Chi potrebbe seriamente gloriarsi di possedere una conoscenza esauriente e profonda, un quadro veramente compiuto della montagna?
Il tempo cammina e, uno dopo l'altro, noi entriamo nell'ombra, lo sguardo ancora fisso al fulgore dei monti. Ma essi brillano, sopra i destini umani, oltre le generazioni, nella loro inesausta bellezza.(…)
Certo, è tempo di pensare alla fine. Ma non crediate che lo si faccia con tristezza. Il nostro occhio è sereno, il nostro cuore batte tranquillo, grato e contento. Il lungo viaggio nella luce e nella bellezza è compenso a tante cose. Cancella molti dolori, leva molti pesi. Rende puri, forti, liberi. Insegna a prendere le cose così come debbono venire. Non con l'indifferenza dell'anima ottusa ed insensibile, ma con la pacata serenità che si va a prendere lassù."

Presto tornerò in Val Trenta, alle sorgenti del bellissimo Isonzo, alle fonti della mia adolescenza inquieta.
Tornerò col suo libro nello zaino e cercherò i suoi sentieri e le sue cenge. Sosterò stavolta a quel monumento.
Gli offrirò un fiore e mi sederò vicino ai suoi piedi per guardare i suoi monti con lui.
Grazie, Julius!

Pierluigi, 30/11/-0001