Una nuova specie di donna in montagna..
Questo messaggio per rendervi partecipi della mia sensazionale scoperta...
Ho infatti incontrato una nuova e finora sconosciuta specie di animale alpino di cui nessuno sospettava l'esistenza.

Ho potuto osservare da vicino abitudini e comportamenti di questa specie nel corso di una recente escursione nel gruppo del Rosa. La seguente trattazione ha quindi carattere prettamente scientifico e etologico.
La "Gatta Elena" (d'ora in avanti GE per brevità) ha dimostrato di saper preparare, in autonomia e in tempi contenuti, un vero zaino da montagna, riempiendolo oltretutto di oggetti utili e, udite udite, rinunciando a fohn, rossetto, bigodini, crema epilatoria e persino all'indispensabile rimmel.
Così accessoriata si è poi alzata alle ore 5.30 (cinque e trenta!), scarponi ai piedi, zaino in spalla e via sui mezzi fino alla stazione dei pullman, dove, senza perdersi d'animo ha prima cercato e poi atteso con pazienza il mezzo che la portasse ad Alagna.
Ivi giunta dopo 3.5 h di viaggio non proprio riposante... ZAC! un balzo ed'è giù dal torpedone, qualche strato di vestiario in più, giusto il tempo per chiedere dove si trovi la funivia, ed'eccola già in coda agli impianti... quindi supera senza esitare i 3 tronconi che la separano da Punta Indren, 3200 e passa mslm!
Qui la GE si trova di fronte a un ambiente per lei nuovo, il ghiacciaio, ma invece di farsi intimorire, parte con entusiasmo alla scoperta di questo Regno Bianco. Ha solo una piccola esitazione al cospetto di alcune roccette, li infatti riaffiora la sua indole di animale domestico, e si lascia docilmente legare...
Giunti al Rif. Gnifetti le si prospetta l'eventualità di dover dormire sopra (o sotto) un tavolo, ma la cosa non la turba minimamente! Alla fine comunque salta fuori anche la cuccia.
Tra una tazza di te e qualche partita a scala che la scaltra bestiola riesce a vincere contro rudi alpinisti biellesi, giunge finalmente l'ora del pasto che vede la nostra in prima fila per accaparrarsi qualche tozzo di pane secco e l'immancabile 1/2 di rosso che il garzone, impietosito, rabbocca copiosamente.
Terminato il lauto banchetto la simpatica esserina s'ingolla pure una grappa al genepy con la scusa, pare, di capire che razza di pianta sia sto geneCHE e come si chiami in italiano (?!?!).
In preda ai fumi dell'alcol, mentre dalla finestra contempla beata la neve cadere (comportamento tipico di altre razze feline...) ecco la visione: sul davanzale fa capolino una "Falena Gigante" (dice lei) o un "Colibrì di Montagna" (dico io). Non sapremo mai cosa fu, ma, stabilito che abbiamo bevuto troppo, decidiamo di andare in branda.
Qui purtroppo la poverina, forse a causa del vino, della quota o del vicino di cuccia (sic), sta male per buona parte della notte.
Nonostante ciò la mattina, eroicamente, attraversa buie camerate infestate di loschi figuri per portarmi una micca da sgranocchiare sicché poi possa degustare un aspirina contro il mal di caveza che mi perseguita da ore.
Come dicevamo la bestiola non ha dormito granché, è stata male, è afflitta da complicazioni tipiche delle femmine della sua specie e oltretutto ha frequenti attacchi di tosse...
Beh direte voi (e io), pazienza, si scende, sarà per un'altra volta...
E invece no! Ingurgitata velocemente una tazza di te e due (2) biscotti mi raggiunge fuori dove si lascia docilmente imbragare e ramponare le zampine. Ricordo che è la prima volta che mette piede su un ghiacciaio e fa uso di simili attrezzi.
Ciononostante le piazzo in mano la picca, due parole di incoraggiamento e VIA!
Il resto è storia... tra un colpo di tosse e l'altro la vediamo impegnata a saltare crepacci, superare altre cordate e ammirare estasiata il panorama che gli squarci di sereno ci regalano. Giungiamo così, quasi senza fatica, a quota 4330m dove, per varie ragioni che sarebbe troppo lungo spiegare, decidiamo di tornare sui nostri passi.
Mai udii un lamento uscire dalle sue labbra -sono stanca, ho freddo, ho fame, male ai piedi, scappa pipi- NULLA! Solo leggevo nei suoi occhi la gioia di trovarsi li!
Il ritorno avviene senza problemi per la stessa strada di salita, salvo la variante delle roccette che la poverina rifiuta ostinatamente di ripercorrere soffiando e puntandosi con le unghie sulla roccia.
Alla fine giungiamo di nuovo ad Alagna e dopo un meritato rifocillo saliamo sul pullman che ci ricondurrà a casa.
Anche qui graditissima sorpresa: la bestiola non si addormenta come un sasso ma tiene amabilmente compagnia al suo padr... ehm compare per tutto il viaggio!!!
Beh, amici, questo è quanto... ditemi voi se non si tratta di una specie nuova e se non vorreste che le montagne ne fossero piene ;-)))
Max
Max, 22/09/2002