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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
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Valgrande: thuler.net risponde

thuler.net risponde al Direttore del Parco Nazionale della Val Grande

Giardino immenso il Pelmo
Fu Giardino immenso il Pelmo
Egregio Dottor Tallone,

la ringraziamo sinceramente, anzi tutto, per l'attenzione che ha voluto dedicare al dibattito aperto sul nostro sito. Attenzione che non avremmo osato sperare verso il nostro tentativo appassionato e semplice di creare un luogo di scambio di esperienze e racconti tra amanti della montagna e dei suoi uomini. Questa è la posizione da cui discendono tutte le considerazioni che ha trovato espresse su thuler.net e che, per quanto fortemente critiche, non volevano essere in alcun modo offensive del vostro operato.

Poco importa, a nostro avviso, che siano rivolte a un singolo a un Ente Pubblico: vogliamo credere che chi come lei ha la grande fortuna di assolvere il compito di sorvegliare e sviluppare uno scrigno di bellezze come la Valgrande non sia un mero funzionario di un Ente Pubblico, ma soprattutto un uomo mosso da una grande passione.

Tali affermazioni, inoltre, non provengono da persone che esprimono "punti di vista o poche e frammentarie informazioni", ma esperienza diretta di quanto raccontano: tutto il racconto di Paolo è lì a dimostrarlo. Anche da parte nostra, creda, l'intento non era polemicamente fine se stesso: tanto sforzo sarebbe degno di miglior causa e la disponibilità a coinvolgersi anche direttamente espressa in quel dibattito crediamo ne sia testimonianza. Lo sfogo, forse esagerato e un po' scomposto, era esito della grande emozione suscitata dal racconto di Paolo, che mi ha ricordato il terrore provato durante l'ultima traversata della Valgrande da Casletto all'Alpe Val Gabbio. Al termine della quale scoprimmo che l'elicottero che avevamo udito sorvolare la baita durante la notte aveva trasportato il corpo senza vita di una escursionista esperta morta sul nostro stesso tragitto.

Prendiamo atto di quanto ci racconta in merito ai piani - presentati solo ultimamente sul sito ufficiale del Parco http://www.comunic.it/parks/parco.nazionale.valgrande - di recupero in diversi tempi dei sentieri ed esprimiamo la nostra approvazione (per quanto possa valere) all'oculatezza con cui predisporrete punti d'appoggio adeguati alle caratteristiche d'impegno e difficoltà degli itinerari e all'impostazione generale data alla gestione della Wilderness del parco.

Le proponiamo comunque un paio di osservazioni. È sicuramente corretto, oltre che segno di buon senso alpinistico e di coscienza delle proprie capacità escursionistiche, informarsi sul tragitto che si intende percorrere. A quanto ci risulta, però, esistono ben poche fonti di informazione di facile accesso e di adeguato aggiornamento. Ci riferiamo alle diverse edizioni di "Valgrande, ultimo paradiso" di Teresio Valsesia, ad alcuni articoli apparsi sulla rivista del CAI anni or sono, ad altre varie pubblicazioni e alle scarne informazioni presenti sul sito ufficiale. Quest'ultimo contiene informazioni generali sull'assetto del parco e poche indicazioni sugli itinerari. La realtà delle condizioni in cui si trovano i sentieri interni della Valgrande - cui si riferiscono le nostre osservazioni - è assolutamente altra rispetto alle indicazioni sommarie che si possono raccogliere da queste fonti.

In merito a Internet, in particolare, ci permettiamo di suggerirvi di utilizzarlo al meglio delle sue possibilità, come un mezzo di diffusione di informazioni aggiornate e come un canale sempre aperto di accesso di scambio di indicazioni con chi, come voi, conosce più di tutti la Valgrande. In questo senso ci mettiamo a vostra completa disposizione: se vorrete usare anche del nostro sito per ampliare la conoscenza diffusa e particolare del Parco della Val Grande saremo ben lieti di ospitarvi.

Da ultimo chiediamo se è veramente impossibile trovare forme di collaborazione al vostro operato: la Valgrande ha preso la sua fisionomia per l'opera paziente e instancabile di uomini semplici e tenaci che l'hanno abitata, sofferta e amata; anche lei lo ricorda: "Una volta ciascun alpigiano, passando, provvedeva alle piccole manutenzioni e quando era necessario rifare un ponte o una passerella si provvedeva in gruppo, utilizzando materiale trovato sul posto". Oggi "Un ente pubblico deve invece procedere con un progetto, ottenere le necessarie autorizzazioni, effettuare un appalto con costi molto elevati". Non vogliamo cadere in romanticismi irrealistici, ma è proprio impossibile trovare modalità di collaborare alla vostra opera? Non possiamo diventare, noi appassionati della Valgrande, da semplici spettatori/fruitori, protagonisti minimi dell'opera di mantenimento di questo tesoro? Un escursionista non è un Ente Pubblico, e forse se fosse supportato e indirizzato da vostre indicazioni potrebbe provvedere a quei piccoli interventi cui lei fa riferimento. Come normalmente capita quando dedichiamo un po' delle residue energie per indicare il tragitto con ometti o altri riferimenti, o quando facciamo un po' di spazio per portare a valle rifiuti non nostri.

Questo perché crediamo che la Valgrande sia un tesoro di "proprietà" degli uomini che la amano e quindi anche nostra: perciò, per quanto ci compete, anche sotto la nostra responsabilità.

La ringraziamo infine dell'invito a visitarvi presso le vostre sedi (sinceramente c'ho già provato alcune volte ma con poca fortuna: riproverò); ci scusiamo ancora se il modo acceso di esprimere la nostra esperienza è risultato offensivo. Ci ripromettiamo di mantenerci in contatto con voi, sperando che ciò vi risulti gradito e attendiamo una risposta alle osservazioni e alle domande sopra esposte.

Sperando di poter essere utili, noi e voi, alla conservazione e alla fruizione della Valgrande, porgiamo distinti saluti



Mangia

Mangia, 27/06/2000