Josca, La gattolica
Josca è una gatta-porca. Non sapete che significa ?

Conseguenza di una sfrenata avventura con il gatto del Carlino, quello bianco e nero che pare un volpacchiotto tanto è grosso, pare che verso metà gennaio ridiventeremo nonni. Saranno almeno cinque o sei variegati micini che dovremo piazzare tra amici e conoscenti sfruttando il prestigio residuale di essere maestra (mia moglie) ed io di avere tanti amici (chi mi legge ne tenga debito conto).
Mi chiedono : perchè si chiama proprio Josca ? Ogni volta devo fare il consueto parallelo tra quella bella canzone di tanto tempo fa ed una gatta pazzarella che salta altro che “la mura”, ma rovescia vasi, tende agguati alle caviglie dei malcapitati, guata nell’ombra per assalire qualsiasi cosa che stia rotolando. E poi è una delle poche gatte rosse femmine in circolazione. Pare che siano rare. In realtà è una trovatella raccolta in mezzo ai campi verso il Po, non si sa bene se abbandonata o persa da una qualche nidiata autunnale. La trovatella invero sta benissimo, dopo sei mesi di cure e di affetto della figliolanza ha prodotto i primi quattro eredi, e crediamo che pensi che dobbiamo essere onorati del fatto che ci permetta di essere i suoi padroni.
Gatta-porca : dicesi inoltre di gatta che disdegna le grattatine se non sono cercate (quando il piatto... piange), che adora gli avanzi ma vuole mangiarli a tavola con tutti noi (sbattuta giù dal tavolo per dieci volte almeno, finge di non capire), ma sopratutto gatta da letto (staziona sui piedi altrui), e gatta-stanziale-d’appartamento. Ci abbiamo provato a portarla su alla cà. Sembrava impazzita. Fiutava l’aria come una pantera, e più volte è scomparsa nella selva per ore. Alla sera son passate ore prima di ritrovarla dentro una specie di tana sotto un larice, tutta stupita del fatto che qualcuno andasse a recuperarla, ma ancor più che non avessimo portato doni come i Re Magi al Bambino. Si intende : roba da mangiare, altro che incenso e mirra.
La gatta-porca, lo abbiamo scoperto in questi tempi d’Avvento, è però decisamente cattolica. Rifiutando un credo intimista, l’altro giorno ci ha mostrato platealmente le sue convinzioni religiose. Dopo avere abbattuto due o tre soldati romani sistemati nel muschio raccolto presso la cà, rovesciato file di pecorelle a gambe all’aria, abbattuto l’unica palma rimasta, si è trionfalmente distesa tra il bue e l’asinello, insinuandosi tra Giuseppe e la Madonna, fino a coprire – crediamo per scaldarlo – il Bambinello.
Gatta-porca sì, ma... gattolica !
Marco Simi
Marco Simi, 24/12/2003