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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Valgrande: Nando racconta...

Cari Thulers,
ho una storia da raccontarvi.
Le varie testimonianze sulla Valgrande e, in particolare, sull'incidente dello scorso maggio rappresentano per me una coincidenza quasi sbalorditiva. Mi sono trovato a leggere di una tragedia sfiorata in Valgrande il giorno 27 maggio 2000, quando io stesso ho vissuto la stessa cosa nello stesso posto solo una settimana prima, e mi è andata anche un po' peggio

Monte Rosa dall'Alpe Colla, Valle Anzasca
Gnando Monte Rosa dall'Alpe Colla, Valle Anzasca
Ecco il racconto:
sabato 20 maggio partendo dalla Val Loana mi reco con 2 amici all'Alpe Val Gabbio, luogo a me gia` ben noto per aver gia` fatto la traversata classica, con questo programma: domenica girare un po' in zona "alla ricerca di sentieri" (poi spiego), pernottare ancora li` domenica notte e tornare lunedi`, per la strada di partenza onde evitare problemi di macchine. In particolare, volevamo verificare se esiste ancora una traccia di sentiero che da Borgo delle Valli sale verso l'alpe Ragozzale attraverso la costa Rondino. L'idea era quella di limitarci a una passeggiata esplorativa per poi organizzare in fututo dei giri di piu` giorni sull'itinerario gia` collaudato (a Ragozzale c'e` un ottimo bivacco e da li` si puo` scendere in Ossola a Beura o Trontano - altri percorsi gia` testati). Nessuno di noi conosceva la strada; sapevamo dai racconti di diverse persone che il sentiero fino a Borgo delle Valli e` decente. Di quello che c'e` piu` in la` nessuno sapeva dirci.

Sabato tempo splendido. Domenica piovigginoso. Rinunciamo? Macche`, smette di piovere. Andiamo. Camminiamo 5 minuti e il sentiero attraversa un canalino e si perde. Proseguendo in quota, roccette: non e` li`.
Dunque, o e` su o e` giu`. Giu` c'e` il torrente, che forma in quel punto una splendida pozza con una cascatella. A prima vista, nessun sentiero.
Inoltre, dalla carta svizzera non bisogna attraversare il rio Val Gabbio; bisogna attraversare il rio del Ragozzale a monte della confluenza di questo col rio di Val Gabbio. Sara` su. Rimontiamo un pendio di terra moderatamente ripido risalendo almeno 50 metri di dislivello.
Niente. Io, che sono un po' la guida del gruppo, dico di scendere e comincio a farlo. Mai piu` pensare che ci sia pericolo. Non devo nemmeno aiutarmi con le mani. Invece uno dei miei amici, Marco, sbaglia strada e si avventura verso le citate roccette. Sento un tonfo mezzo coperto dal rumore dell'acqua. Me lo trovo nel torrente, svenuto e con una frattura alla testa.
Lo rianimo, ma sanguina molto e non e` cosciente. Lascio l'altro amico ad assisterlo e corro fino alla colma di Premosello col telefonino.
Dopo un'ora di corsa, morto di fatica e mezzo gelato, riesco a chiamare l'elicottero (solo da li` il telefonino prende).
Tutto bene - si fa per dire. L'elicottero arriva in fretta (fortuna che il tempo e` un po' migliorato) e recupera i miei amici.
Io scendo a Premosello a piedi, rinfrancato da altri escursionisti trovati sulla via, e da li` vado a casa. Marco, il caduto, se la cava con varie fratture e altri guai. Ora sta bene e va in montagna piu` di prima.

Questi i fatti; ora le considerazioni:

1) Primo commento, doveroso. Ottimo e tempestivo l'intervento del soccorso alpino. In quelle condizioni, Marco non sarebbe durato ancora per molto. Ottimo anche l'aiuto ricevuto dalle guardie forestali, che si sono offerte di recuperare i nostri zaini da Val Gabbio.

2) Ho qualche notizia in piu` sulle intenzioni del Parco Nazionale riguardo alla gestione del territorio. Le ho ottenute discorrendo con un tizio della Cooperativa Valgrande, che e` di fatto l'esecutrice materiale di molti dei lavori in programma nel piano del Parco.
La situazione e` questa. Come gia` trovo scritto in questo sito, il Parco ha in progetto la sistemazione di soltanto alcuni dei sentieri di accesso e di attraversamento e, dove i lavori sono partiti, mi pare che stia operando in fretta e bene. I motivi per cui non vuole procedere a un recupero piu` ampio sono essenzialmente 2:
a - preservare almeno in parte il carattere "wilderness" del territorio;
b - il Parco e` un ente pubblico e, come tale, ha potenzialmente responsabilita` penale sugli incidenti che avvengono sui percorsi da esso attrezzati. Quindi, non si assume l'impegno di sistemare i percorsi oggettivamente piu` difficili o piu` soggetti a smottamenti, frane, ecc. (es. la traversata Velina - In la Piana).
A quanto pare, la responsabilita` del CAI, o di altre associazioni private, nella sistemazione di percorsi escursionistici, e` minore.

3) Risulta a questo punto evidente che gli `altri' percorsi saranno soggetti a un degrado sempre maggiore, essendo di fatto affidati solo alla scarsa cura di pochi "volontari" (cooperative che organizzano escursioni guidate, gruppi di pescatori, proprietari di baite o bivacchi come nel caso di Orfalecchio).

4) Non ci si informa mai abbastanza. Al momento dell'incidente, l'unica cosa a cui ho pensato e` stata soccorrere Marco. Sono corso via senza prendere niente. In particolare, senza vestirmi. Arrivo ai 1700 metri della colma di Premosello in maglietta, sudato fradicio e con i piedi zuppi per i guadi fatti affondando fino a meta` polpaccio. Temperatura stimata 6/8 gradi e cielo coperto.
Nella salita, mi pongo il problema del freddo, ma penso: c'e` il nuovo bivacco alla Colma. Ho letto sulla Stampa che e` stato inaugurato lo scorso settembre; probabilmente trovero` coperte.
Invece il bivacco e` chiuso; un cartello annuncia che verra` aperto solo a settembre 2000. Devo ringraziare due persone che ho trovato li`, che mi hanno prestato qualcosa per coprirmi e poi hanno fatto la discesa con me, altrimenti me la sarei vista brutta anch'io.

5) Quante volte ho percorso sentieri ben piu` accidentati di quello.
Quante altre volte ho sbagliato strada e son dovuto tornare sui miei passi. Ogni tanto ripenso al percorso fatto. Non e` niente di piu` che una passeggiata nel bosco, in fondo. Dopo quel giorno non sono piu` entrato in Valgrande, ma prima o poi sicuramente tornero`.

6) Qualcuno sa per cortesia indicarmi se il sentiero per Borgo delle Valli attraversa o no il torrente in quel punto?

Saluti a tutti



Nando

Nando, 01/10/2000