Val Grande...
le mie membra
tra i tuoi dirupi
e le materiali spoglie
si confondessero lentamente
con gli umidi muschi!
Lo spirito schiavo e padrone
che le ha animate un tempo,
se n’andrebbe
libero nel gran silenzio
con il vento,
gli odori,
i colori.
Si unirebbe al tacito coro
dei mille altri
che fanno potente il tuo respiro
e si scioglierebbe nella tua anima,
vasta e profonda.
Coglierebbe,
forse così,
il segreto del tuo tempo,
tempo smisurato e solenne,
tempo d’ere geologiche
e di millenarie stagioni,
dove effimero è il segno
delle umane presenze.
Forse non l’avrò
questa fortuna,
ma certo tu
giaci ora nel mio cuore
dove hai inciso,
come vividi graffiti,
gli sconfinati spazi solitari,
le tracce dei sentieri nascosti,
la poesia delle pozze smeraldo.
Grande Valle,
vicino arcano,
perché sono entrato io,
povero uomo delle pianure,
nel tuo ventre boscoso
e perché sei entrata tu,
dea schiva e gelosa,
nell’animo mio
ansioso d’infinito?
Legnano, ottobre 1998
Pierluigi
Pierluigi, 01/10/2000