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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Montagna vissuta: tempo per respirare - Reinhard Karl

"Intuisco che anche l'Everest è solo un'anticima. La vera cima non la raggiungerò mai."
Reinhard Karl

Montagna vissuta: tempo per respirare
Reinhard Karl
Dall'Oglio, collana Exploit
Pagine173
Prezzo10.33 €
Voto*****
NUOVA EDIZIONE 2000
per i Tipi della Vivalda,
Collana "I licheni", € 15,49
No, questo libro non lo troverete in vendita. Non lo ristampano più e la collana di cui faceva parte è chiusa da tempo. Eppure è un libro che andrebbe letto sempre.

Pochi alpinisti, infatti, mi hanno colpito prima per la loro sensibilità, per la loro umanità, e poi per la loro attività alpinistica.
Reinhard Karl è uno tra questi, uno dei pochi, pochissimi, che avevano qualcosa da dire sulla vita, sulla passione per la vita.

L'incontro fu folgorante…il dorso della copertina spiccava tra tutti gli altri su uno scaffale della sezione romana del CAI. Montagna vissuta…tempo per respirare. Mi si spalancò un mondo…poche parole che proiettavano le immagini delle prime uscite tra i valloni dell'Appennino, su per creste ricamate di bianco oppure per scarrupi sul mare, insieme a grovigli di corde e risate.
Mi ci persi tra quelle pagine autobiografiche e lo inseguii dietro alle sue fotografie che parlavano del bello, dell'uomo e della montagna.

"Avevo deciso di scegliere il mestiere del meccanico di automobili. Perché? La tecnica, il viaggiare, andare lontano, fare qualcosa con le mie mani. forse per queste ragioni scelsi da quattordicenne il più sporco e il più misero fra i lavori che può sognare un ragazzo."
Comincia così il libro… e che inizio…che respiro diverso per un libro che racconta, anche, di scalate, di successi, di contraddizioni e fallimenti. E comunque la chiave del libro è proprio questa: una persona che riflette sulla sua vita, sull'ansia di una ricerca continua, sui suoi desideri.

Che novità è stata…rispetto ai tanti libri che già avevo letto…libri di salite, resoconti di conquista, descrizioni noiose e lente di gradi e muscoli. Molto spesso scritte male…che tutt'al più ti lasciavano un'impressione da guinness dei primati…la via più lunga…il monolito più strapiombante…la parete più gialla…il friabile più friabile…gli inverni più inverni…Ma chi se ne frega…ma la vita non è un documentario… un elenco…una rassegna…un depliant illustrato di cifre e didascalie.
Karl, Buhl, o perché no anche Chatwin, ognuno a modo loro, e con vite diverse, sono stati per me per i miei diciassette anni la prova provata che l'Avventura esisteva, anzi di più, che l'Avventura era dietro l'angolo…che lo stupore si nasconde dietro casa, magari sulla collina che riempie la tua finestra, …e che non c'è progresso, tecnica o consumismo che possano soffocare l'indicibile del mondo. E poi… che si…che è vero…che è possibile vivere un'epopea straordinaria a partire dal quotidiano…senza bisogno di crearsi visioni di nuovi mondi… senza dover inventarsi ulteriori orizzonti di vita.

"Questo è il punto più alto della terra". Scattiamo le fotografie per l'album di famiglia: io, il vincitore della vetta, io, il superuomo. Io, la creatura senza fiato, io, il Reinhard su un mucchio di neve. Pian piano realizzo il freddo, il vento, la mia stanchezza. Pian piano, dopo la gioia, viene la tristezza, viene una sensazione di vuoto: un'utopia è diventata realtà. Intuisco che anche l'Everest è solo un'anticima. La vera cima non la raggiungerò mai."

Chapeaux…Reinhard…chapeaux, perché a quell'adolescente là descrivesti, come nessun'altro fino ad allora, che la vita è tutta una ricerca, e che tutto ci rimanda a qualcos'altro, che tutto è metafora di Altro, e che è per questo che "più oltre ancora ci sentiamo attratti".
E tu sorridi, nell'ultima foto, mentre te ne scendi dal Torre, indicando a tutti noi, a tutti gli abitanti di quella landa vitale che è l'Avventura, che è possibile, che si può, anche nel maelstrom della modernità, mantenere la capacità di stupirsi e di emozionarsi, pur con la durezza di sguardo che, a volte, la vita comporta.

Fu, 01/01/2001