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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Sassi levigati dalla corrente - Pierluigi Bellavite

Poi per fortuna capita di tenere tra le mani certi libri: questi sassi levigati che tutti abbiamo tenuti in mano nei viaggi, nei saliscendi di certi spezzoni di vita, negli zaini delle escursioni più felici. Li abbiamo fatti girare tra le dita, soppesandoli, lanciandoli e riprendendoli. I libri di viaggio.

Sassi levigati dalla corrente
Pierluigi Bellavite
Edizioni Voce Isontina
Pagine132
Voto****
Le promesse sono come i debiti: vanno onorate. Sempre. Così ieri forse per via di certe nuvole fantastiche e gloriose che tingevano di nostalgia i miei ricordi, mentre l’autostrada dei laghi mi risvegliava memorie amiche e spalancava nell’orizzonte spezzoni di strade e momenti di panorami attraversati a piedi in altri luoghi, ho pensato a tutti noi bipedi irrequieti con il naso perennemente girato all’insù, a noi che più e meglio di tanti sentiamo quel piacere del camminare che porta con se il piacere della lentezza, della scoperta e della ri-conoscenza. I giorni lenti, quei giorni di vita lenta, quasi più lunga, e forse più profonda. Nel profondo, perché si finisce sempre per arrivare lì, nel profondo delle domande, che nascono dall’osservazione delle cose, degli uomini, del mondo: constatarlo è sempre un inizio, esperienza questa di tutti, saperlo descrivere è sempre una novità, grazia questa ma solo per alcuni. Pierluigi Bellavite fa parte di questa ristretta cerchia di felici pochi.

Da dove gli arrivi questa capacità, e perché, non ci è dato saperlo, ma quel certo incanto dell’anima, l’incanto del fanciullo mai smarrito, e tuttavia anche atteso, glielo indovini nello sguardo, negli occhi che sembrano bucare la realtà finita per sfondare nell’infinito del desiderio, affascinato e mai pago di scoprire e guardare la bellezza e lasciarsene stupire, lasciarsi stupire di come essa rimandi ad un più in là che oltrepassa i contorni che ci attraggono.
Pierluigi tutto questo ce lo sa dire da amico tra amici, trasmettendoci quella certa e allegra ragione delle cose che accadono e delle cose che sono, e rivelandone il bello che le in-forma. Ce lo sa dire proprio come si descrive nel suo libro, da “pellegrino sulle strade della bellezza”, un pellegrinaggio mai finito e nella circostanza specifica svolto a piedi dalla foce alla sorgente dell’Isonzo risalendone la corrente che parla di terre, di uomini, di città, di montagne e di incontri che sono anche la storia di questo “popotnik” curioso e simpatico.

Non vi racconto il viaggio, ve lo lascio gustare così come esce dalla penna e dalla memoria di chi lo ha vissuto per giorni e giorni, di questo moderno viaggiatore dagli occhiali tondi che sa scrivere con tanta immediatezza e trasparenza e che ci piace perché ci dice del mondo attraverso i suoi occhi e il suo cuore. E in lui entrambi sono chiari.
Tolstoj diceva che “se descrivi il mondo esattamente com’è le tue parole non conterranno altro che menzogne e nessuna verità”, in questo libro invece, pagina dopo pagina, si viene progressivamente investiti dal riconoscimento della realtà per quella che è: un bello ed un buono in essere, da vedere, da cercare, da seguire, perché la bellezza altro non è che lo splendore della verità. Di questa smentita ontologica così necessaria io ti sono debitore.

Fu, 23/10/2003