Cronache laziali

Avevo deciso di tornare al Morra un po' perché lì ci ho lasciato i sogni belli di una adolescenza scanzonata e sciamannata e gli amori eterni di quell'età lì, un po' perché Monguz non lo conosceva ed era una occasione per provare le su nuove "red chili".
Io in realtà già lo sapevo il perché, e Olivier che mi conosce bene l'aveva capito anche prima di partire: per me era solo un buon pretesto per infilarmi con qualche scusa plausibile nell'osteria di S. Polo dei Cavalieri, mischiarmi al fumo di sigaro e alle risate dei vecchi col cappello sempre in testa, e bere senza pietà quartini di bianco, col mignolo alto e lo schiocco finale della lingua sul palato, a dire che siamo uomini anche per questo!
In effetti andò così: una via e mezzo, un paio di doppie, due ore due a menarla su e poi giù filati al paese che col primo buio arriva anche il freddo e dalla Maria c'è un caldo buono che aspetta solo noi, insieme al vino e alla carne secca di cavallo e a quella pizza allo stufato di cinghiale (sic!).
Ecco tutto: una giornata memorabile tra amici, dove la montagna è stata una buona ragione per raccontare di volti incontrati, anime belle e compagni di strada.
Fu
Fu, 01/02/2000