Grappa e Civetta

Leggevo il libro del bivacco, mangiando un minestrone caldo e cercando di far avviare la stufa che, come tutte le stufe del genere, faceva tanto fumo e poco caldo e pensavo alle mie prime volte in montagna, quando a 17 anni me ne andavo a gennaio sul monte Grappa (non c'è neanche un pino mugo sul Grappa…) con un'amaca e dormivo con la borraccia dentro il sacco a pelo per paura che si ghiacciasse.
Faceva un freddo boia a gennaio e il Grappa (25 anni fa) era un luogo silenzioso, deserto e magico perché per giorni non incontravi nessuno e potevi perderti (con la mente) e allo stesso tempo incontrare persone che come te cercavano qualcosa che non si poteva trovare in altri posti. Una mattina su una mulattiera di guerra, in mezzo alla nebbia fitta, mi è comparso davanti un tipo sui 60 anni con una lunga barba bianca, cappello da alpino, zaino di cuoio e pipa con trinciato forte in bocca; ci siamo scambiati un sorriso ed un saluto, poi ha tirato fuori la borraccia e mi ha dato un sorso di grappa fatta in casa, ne ha bevuto un bel sorso anche lui e ci siamo salutati e questo breve incontro è stato uno dei momenti più intensi della mia vita.
Voi forse lo sapete bene, certe cose non si possono spiegare, così come (purtroppo) non sono mai riuscito a spiegare a mia moglie perché in montagna si deve faticare tanto per raggiungere una cima o una forcella o una semplice baita deserta in mezzo al bosco.
Devo dirvi che vedendo il vostro sito mi sono tornati alla mente tante immagini, tante situazioni passate e presenti e tante cose che penso di condividere con voi: vorrei ringraziarvi anche perché è la prima volta che mi trovo a navigare tra i miei sogni e le mie visioni più belle.
Bob
Bob, 01/06/2001