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Ultima Thule. Il Luogo Ideale della mitologia, il punto più lontano, la meta di ogni viaggio. Come lo Shangri-la delle popolazioni Himalayane o la Valle Perduta dei Walser. Potrebbe essere anche solo la collina dietro casa. Ma per ognuno è il luogo dove si desidera tornare.
Noi veniamo di lì: thuler.

Gianni Calcagno - Pietro Tarallo

Gianni Calcagno
Pietro Tarallo
Tormena editore
Pagine187
Prezzo10.33 €
Voto****
Un piccolo libro per una grande storia, di un grande personaggio, Gianni Calcagno, genovese; una di quelle persone che si sarebbero volute incontrare facendo un giro in montagna, magari in un rifugio, non tanto per poter dire "l'ho conosciuto" quanto per poter imparare qualcosa. Il libro è scritto di testimonianze e stralci di vita alpinistica e quotidiana, raccolti tra amici, parenti e compagni di cordata.

Muore in una ascensione al Mc Kinley in Alaska dopo una vita dedicata alla montagna, alla famiglia e al lavoro.
"...L'avventura in montagna non è scalare, non è salire sulle montagne più alte, non è salire a 8000 metri in 20 ore con una mano dietro la schiena e con gli occhi bendati, non è passare la vita in frigorifero per abituarsi alle temperature rigide: non è tutto ciò. L'avventura in montagna, in fondo, siamo noi. Siamo noi che ci proiettiamo in un palcoscenico che è completamente diverso dal nostro ambiente, che vi proiettiamo la nostra cultura, il nostro modo di vivere, di intendere, di capire, la nostra volontà; in pratica tutto ciò che noi siamo, che pensiamo, tutto ciò in cui crediamo. E la vera avventura è di confrontare queste idee, noi stessi, con gli altri ; di riuscire a vivere con gli altri in perfetta armonia; di riuscire a superare ciò che ci eravamo prefissi in pace con noi stessi e con l'ambiente. In poche parole di ritrovare il bambino che è nascosto dentro di noi e che ci permette di di fare determinate cose. Altrimenti ragionando freddamente su questo problema, nessuno di noi andrebbe a ficcarsi a 30 gradi sotto zero, con il respiro corto e uno zaino di 20 chili sulle spalle, rischiando la propria vita, se non per ritrovare le sensazioni che provava quel bambino a salire quegli otto mettri di un muro di casa propria solo per vedere un orizzonteun pochino più ampio."

Mike, 01/01/2001